Un documento inedito per la costruzione della Cattedrale di Castellammare di Stabia

Il libro dei conti del canonico Julio Coppola (1587-1589)

 

Tralascerò, in questa sede le antiche polemiche settecentesche1 dell'esistenza, nel tempo, di ben quattro cattedrali, anche se tale ipotesi appare molto probabile.2 Difatti in seguito al terremoto del 1456, che sconvolse il napoletano, la Cattedrale sita al Quartuccio3 era rimasta fortemente lesionata e sin d'allora si pensò ad una riedificazione dalle fondamenta.

Già il 17 settembre 1517 la Giunta municipale4 aveva eletto una Commissione formata da sei cittadini quali sovraintendenti ala frabica del novo Viscopato, con il compito di incaricare il celebre architetto Giovanni Mormando5 per lo desegno de dicto Episcopato.6 Si ignorano, però, i motivi che impedirono tale realizzazione.

Nel 1569 fu compiuto un secondo tentativo di costruzione da parte del vescovo Antonio Laureo7 che, però, non ebbe seguito.

Nell'anno 1581 assume l'episcopato stabiese mons. Ludovico Maiorano,8 di Gravina, che risolve il problema cattedrale.

Difatti tre anni dopo vende quella antica sita al Castello9 per investirne il ricavato nell'edificazione di una nuova. Ed in effetti, con delibera comunale del febbraio 1587, la Città ne decide la riedificazione, eleggendo all'uopo una commissione comunale.10 La copertura finanziaria dell'opera è assicurata dalla imposizione di una nuova gabella, quella del pagamento, da parte di tutti i cittadini di un tornese per ogni rotolo11 di carne salata, sugna, caso, oglio ed altre sorte de salsume che si vendono sia nelle poteche dei potechari sia nella Regia Dogana.

Il progetto viene affidato al regio architetto napoletano Pietro Antonio de Sanctis12 che fornisce accurati disegni e progetti tecnici operativi: li modeli.13 L'opera viene appaltata ai mastri fabbricatori napoletani Santoro Cartolano e Paolo Fasano,14 che dovranno fornire anche i piperni,15 che saranno lavorati dai mastri pipernieri Ludovico de Lanzetta e Auxilio Coragio, della terra di S. Severino.16 Paolo e Cesare de Palma, padre e figlio, di Napoli, dovranno fornire tutte le prete de tufo napoletano che bisognarando per fabrica del detto Vescovato.17 Verranno utilizzati, in un primo tempo, 4000 pesi di calce di prete dello Scrajo bene cotta ... da portarnose in le calcare de fore la porta del Quartuccio o in le calcare delo Molo de detta città.18

Intanto il Vescovo pone la prima pietra: "A dì 22 de novembre 1587 [domenica]19 Ludovico / Mayorano episcopus Castelli maris buttò / la prima pietra alla fabrica dello / Piscopato della Cita de Castello ad mare / ut supra."20

Nell'Archivio Storico della mia famiglia (Coppola) è ancora depositato il libro originale dei conti ("Lo cantore de Castiello ad mare spise deli denari che so venuti in mio potere delo novo Viscopato de Castiello ad mare", di 13 folii scritti) relativi ai primi tre anni di costruzione, che il canonico Giulio Coppola consegnò al fratello, dopo il controllo operato dai revisori (razionali), affinchè lo depositasse nell'archivio di famiglia: "adi otto de agusto 1589 io donno Julio Coppola, primigerio de Castiello ad mare, ho avuta la liberatoria de tutta la ministracione mia como ad cassa [cassiere] delo novo Viscopato dalo Magnifico Joannominico de Ranito rationale depotato, tanto dalo Reverendissimo Monsignore Lodovico Maiorano quanto dali Signori sindico et eletti de vedere li mei conti de tutti li denari, tanto delo introito como delo esito, et per che a trovato per gratia delo Signore ogne cosa listo et integro me haffatta una liberatoria amplissima, che la ho data alo Signore Scipione Coppola, mio fratello, che la conserva con le soi scritturi. Io donno Julio Coppola primigerio mano propria".

Documento inedito qui di seguito pubblicato.

[ fol. 1r]

Lo Cantore de Castiello ad mare

Spese deli denari che so venute in mio potere delo novo Viscopato de Castiello ad mare.

In primis ali 22 de aprile 87 sono andato ad Napole ad fare me creditore de li denari che poneva lo Reverendissimo Monsignore de Castiello ad mare et per dare lo contrasigno per conoscere la mia mano lo Banco per doj di uno ad anno corrente et lautro ad venire per terra dicati uno, dico

duc. 1

A più ali 12 de sittiembro 88 per doi altre jornate per alistare me con lo Banco docato uno, dico

duc. 1

Et più ali 30 de sittiembro dato ad messer Marcantonio Palummo tari uno che fo nigessari mandare lo per terra con mastro Paulo de Palma che lo Banco non le volze fare bono na polisa de vinte docati per allogare se la carvaccatore (?) tari uno, dico

tari 1

[1v bianco]

[2r]

A di 22 de aprile 1587 io donno Julio Coppola cantore de ditta cita de Castiello ad mare ho fatta polisa ad messer Joangilonimo de Granito de docati gento al Bancho de la Santissima Nociata de Napole per lo partito che anno fatto con esso li ditti Depotati de quattro milia pise de calge, dico

duc. 100

a di 21 de magio 1587 io donno Julio Coppola cantore de ditta cita ho fatta polisa ad messer Ioangilonimo de Granito de docati trenta correnti alo Banco de la Santissima Nociata de Napole per lo partito che anno fatto con esso li ditti Depotati de quatro milia pise de calge, dico

duc. 30

[2v]

A di 29 di iuglio 1587 Jo donno Julio Coppola cantore ha fatta polisa ad messer Joangilonimo de Granito de docati cento vinti correnti alo Banco de la Santissima Nociata di Napole per lo partito che anno fatto con esso li ditti Depotati deli quatro milia pise de calge deli quali ne anno recepute una parte de calge che ne anno da recepere, dico

duc. 100

a di 20 de agusto 1587 Jo donno Julio Coppola cantore hoffatta polisa a lo Signore Joanbattista de Urso de docati vintidui et mezo correnti alo Banco dela Santissima Nociata de Napole de tanta cauge che ave consignato ali Signori proteturi de lo Novo Viscopato di Castiello ad mare, dico

duc. 22½

[3r]

A di 16 de ottubro 1587 Jo donno Julio Coppola cantore hoffatta polisa ad messer Ioangilonimo de Ranito de docati ginquanta correnti alo Banco dela Santissima Nociata de Napole per lo partito che anno fatto con esso li ditti Depotati deli quatro milia pise de calge, dico

duc. 50

a di 24 noviembro 1587 Io donno Julio Coppola ho pagato alo Magnifico Piereantonio de Santis docati quaranta ginco correnti de contanti quali sele sono paghati per tante giornati da ipso vacate per servicio delo Novo Viscopato, dico

duc. 45

a di 24 de noviembro 1587 io donno Julio Coppola ho pagate docati cento correnti videlicet: Anelo Cartolano e Bartolomeo Antonio venti dui et mezo contanti sittantasetti et mezo et Paulo Fasano mastri frabecatori delo Novo Viscopato et si li pagano conforme alle cautele stipolati per notare Paulo Fedele, dico

duc. 100

a di 24 de noviembro 1587 io donno Julio Coppola ho pagati docati vinti a lo Magnifico Piereantonio de Santis docati vinti correnti et lo sono pagati per pigliare la pianta del ditto Viscovato Novo, dico

duc. 20

[3v]

et più ho pagati a notare Gioangilonimo de Maio docati nove et grana dege quali le ha pagati antanta operarij et altre spese per servicio de ditto Viscopato Novo, dico

duc. 9 et gr. 10

a di 20 de dicebro ho pagati io donno Julio Coppola docati nove et tari dui ad Mucio Valetutto per giornati quarantasetti che ha fatte opso et soi conpagni per servicio delo Novo Viscopato, dico

duc. 9 et tari 2

et più ho pagati a notare Gioagilonimo de Maio docati dicinove tari dui et grana 19 quale le ha pagati per servicio de ditta frabica et ne ha portata lista de ditti docati digenove tari dui et grana 19 vista da la megliore parte deli Signori Deputati, dico

duc. 19 tari 2 et grana 19

a di 20 de decebro ho pagati per mezo del Banco dela Santissima Nuciata docati gento correnti ad mastro Tulio Coragio quale ha promiso darene tanta piperni per servicio delo Viscopato Novo, dico

duc. 100

[4r]

et più ho pagati de contanti docati vinti quatro ad mastro Paulo Fasano et mastro Santolo Cartolano frabicaturi per servicio delo soprascritto Viscovato Novo, dico

duc. 24

et più ali 18 de gennaro ho pagate de contante ad Angelo Lommardi et Ioanbatista Spitalere carlini trentasette et grana 6½ per tante salme de prete che anno portate ala frabica delo Novo Viscopato, dico

duc. 34 tari 3 grana 6½

et più ali 28 de gennaro ho pagato ad Matteo Coppola carlini quindige et mezo per tante fune et funigelle che hanne servoto per scendere li trave et altre cose per servicio delo Viscopato, dico

.......... ..........

et più ali 25 detto ho pagato ad mastro Paulo de Napole tagliamonte docati vintiginco correnti quali li sono pagati per lo partito delle prete, dico

duc. 25

et più ali 21 de frebaro 1588 ho pagato ad mastro Santoro Cartolano di Napole docati gento correnti per lo maisterio dela frabica delo Novo Viscopato, dico

duc. 100

[4v]

a di 20 de magio 1588 io donno Julio Coppola ho dato ad messer Giangilonimo de Granito docati gento in cunto del partito fatto deli 4000 pise de calge per lo Novo Viscopato, dico

duc. 100

et più ne ho pagati docati trentaquatro cioè docati trenta uno ad mastro Cartolano de Napole mastro frabicatore et docati tre alo gingnere quale io donno Julio Coppola le ho ffatti boni alo Reverendissimo Monsignore et li ho pagati per esso per polisa de Banco et Sua Signoria le ha dati ali sopra ditti, dico

duc. 34

et più ali ginco de giugno ho pagati ad mastro Cartolano de Napole docati ginquanta, dico

duc. 50

per mezo del Banco de la Santissima Nociata de Napole

[5r]

et più ho pagati per mezo del Banco ali tre de agusto 1588 docati trenta correnti ad mastro Paulo de Palmma taglia monte, dico

duc. 30

et più ali 25 de agusto 88 ho pagati ad Simone Preite deli Pagani per prezo de ginquanta taule docati nove, dico

duc. 9

et più alo Signor Vigenzo Agnilo de Massa docati sittanta sei et tari tre et grana sei et dui terze per mezo de lo Banco de la Santissima Nociata, dico

duc. 76 tari 3 grana 6 dui terci che ne ha dati lo sopra ditto Vigenzo Agnilo de Massa tanta cauge per lo Novo Viscopato

et più docati sei per tanta cauge per sorvisto de Valacaie, dico

duc. 6

et più ali ii de sittiembro alo Signor Joanbattista de Urso docati trenta setti m ezo grana quatro per mezo del Bnco, dico

duc. 37

meni grana quatro pure per tanta cauge per lo Novo Viscopato

[5v]

et più ali 12 de sittiembro 88 ho pagati ad mastro Santoro Cartolano per mezo del Banco docati cento, dico

duc. 100

et più ad mastro Marcantonio Palummo et ad crerico Pietro Chiaese docati tre che anno concignati tanta carcara de calge per lo Novo Viscopato, dico

duc. 3

et più ne ho pagati ad mastro Paulo de Parma et mastro Teodono de Parma per mezo del Banco docati vinti ali 28 de sittiembro che sono taglia monti, dico

duc. 20

et più ad Ferrantiello Mollo per portatura dele prete per mezo del Banco docati dege, dico

duc. 10

et più ali 13 de ottubro 88 ne ho pagati docati quindege estra li vinti sopraditte per mezo del Banco ad mastro Paulo de Parma et nastro Teodori de Parna, dico

duc. 15

[6r]

et più ali sei de noviembro 88 ho pagati per lo Banco dela Santissima Nociata docati setti quale li sono stati pagati ad mastro Paulo de Palma ad complimento de docati vintidui per lo prezo de migliara quatro de prete, dico

duc. 7

A di ii de marzo 1589 io donno Julio Coppola cantore et canonico de Castiello ad mare ho presentato li conti de la mia aministracione como ad cassa depotato delo Novo Viscopato dalo Reverendossimo Monsignore de Castiello ad mare et dali Signori depotati de tutti denari che sono venuti in mio potere como ad cassa depotato tanto delo jntroito quando delo esito alo Magnifico Joandominico de Ranito racionale depotato tanto dal Reverendissimo Monsignore quanto dali Signori Sindici et eletti.

[6v]

et tutto lorestanti lo ho pagato ad lo Magnifico Joannominico de Ranito como ad cassa depotato dali sopraditti de contanti docati vintitre et uno tari et grana 7, dico

duc. 23 i 7

[7r]

adi otto de agusto 1589 io donno Julio Coppola primigerio de Castiello ad mare ho hauta la liberatoria de tutta laministracione mia como ad cassa delo Novo Viscopato dalo Magnifico Joannominico de Ranito racionale depotato tanto dalo Reverendissimo Monsignore Lodovico Maiorano quanto dali Signori Sindico et eletti de vedere li lai conti de tutti li denari tanto delo introito como delo asito et perché a trovato per gratia delo Signore ogne cosa listo et integro me haffatta una liberatoria amplissima che la ho data alo Signore Scipione Coppola mio fratello che la conserva con le soi scritturi.

Io donno Julio Coppola primigerio mano propria.

 

 

 

APPENDICE

Regesto degli atti notarili riguardanti la costruzione della Cattedrale di Castellammare di Stabia relativi al XVI secolo.

 

  1. Castri maris de Stabia, 13 febbraio 1569, XII indiz.:

    Il vescovo, Antonio Laureo stipula una convenzione con il mastro scalpellino Giovan Pietro Serlitto della città di Nocera de’ Pagani per la lavorazione delle pietre da taglio, per la costruzione della nuova cattedrale, al prezzo di 15 carlini il centinaio. Si richiede, inoltre, di lavorare e scorniciare tutte le pietre da taglio che occorrevano, al prezzo di 40 carlini per ogni 100 palmi, di farne i pilastri con pietre da taglio a 4 facce e che ogni faccia sia di 3 palmi.

    (Archivio di Stato di Napoili, sezione Giustizia, fondo notai, not. Andrea d’Eboli, atto del 13.02.1569, foll. 84v-85r)

     

  2. Castri maris de Stabia, 19 agosto 1584, XII indiz.:

    Il vescovo Ludovico Maiorano vende al magnifico Clemente Buonocore la diruta Cattedrale al Castello, per investire il ricavato nella costruzione della nuova Cattedrale, riservandosi la proprietà delle lapidi di marmo e di fabbrica.

    (Archivio di Stato di Napoli, sezione Giustizia, fondo notai, not. Paolo Fedele, atto del 18.08.1584, foll. 262r-ss)

     

  3. Castri maris de Stabia, 20 aprile 1587, XV indiz.:

    Il vescovo Ludovico Maiorano dona al Capitolo 1.000 ducati per la costruzione della nuova Cattedrale.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 20.04.1587, foll. 198v-199v)

     

  4. Castri maris de Stabia, 20 aprile 1587, XV indiz.:

    Contratto tra i deputati alla fabbrica del nuovo Vescovato e Giovan Geronino de Granito per l’acquisto di 4.000 pesi di calce per la costruzione della nuova Cattedrale.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 20.04.1587, foll. 204v-205r)

     

  5. Castri maris de Stabia, 23 luglio 1587, XV indiz.:

    Affitto della gabella di un tornese per ogni rotolo di carne salata e salsume a favore di Francesco Giovanni de Palma e Andrea de Oliviero per la costruzione.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 23.07.1587, foll. 290v-293r)

  6. Castri maris de Stabia, 29 luglio 1587, XV indiz.:

    Quietanza di ducati 220 a favore dei protettori della fabbrica del Vescovato contro Giovan Geronimo de Granito che dichiara di aver ricevuto 220 ducati di carlini dalla Commissione per la fabbrica, quale parte del prezzo di 2.000 pesi di calce.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 29.07.1587, foll. 302v)

     

  7. Castri maris de Stabia, 11 novembre 1587, I indiz.:

    Convenzione tra i Protettori della Fabbrica e i mastri pipernieri Ludovico de Lanzetta e Auxilio Coraggio della terra di S. Severino, per la consegna di tutto il piperno occorrente per la costruzione della Cattedrale. Vi si descrivono i vari tipi di piperni occorrenti. Si afferma che il progetto della Cattedrale fu realizzato dal Regio Architetto Piretro Antonio de Sanctis.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 11.11.1587, foll. 60r-61r)

     

  8. Castri maris de Stabia, 11 novembre 1587, I indiz.:

    Convenzione tra i Protettori della Fabbrica e Paolo e Cesare de Palma che dovranno consegnare tutte le pietre di tufo napoletano utili per la costruzione, al prezzo di 25 carlini il migliaio.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 11.11.1587, foll. 63r-64r)

     

  9. Castri maris de Stabia, 14 novembre 1587, I indiz.:

    Convenzione tra i protectores fabricae e Paolo Fasano e Santoro Cartolaro, mastri fabbricatori della città di Napoli. Capitolato di appalto.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 11.11.1587, foll. 65r-67r)

     

  10. Castri maris de Stabia, 20 maggio 1588, I indiz.:

    Quietanza a favore dei protectores fabricae contro Giovan Geronimo de Granito, che anticipano il prezzo di 4.000 pesi di calce. La calce doveva essere consegnata: 2.000 pesi per tutto il mese di giugno e gli altri 2.000 per tutto il mese di agosto.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 20.05.1588, foll. 213r)

  11. Castri maris de Stabia, 22 giugno 1588, I indiz.:

    Quietanza a favore dei protectores fabricae, Vincenzo Angelo de Masso e Giovan Geronimo de Granito che ricevono 80 ducati di carlini dal cassiere don julio Coppola, quale prezzo dei 4.000 pesi di calce.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 22.06.1588, foll. 247v)

     

  12. Castri maris de Stabia, 18 settembre 1588, II indiz.:

    Convenzione tra Ferrantello Mollo e i protectores fabricae, per il trasporto con una barca ogni settimana, di 1.000 pietre da Posillipo al porto di Castellammare, per il prezzo di 45 carlini al migliaio.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 18.09.1588, foll. 16r)

     

  13. Castri maris de Stabia, 13 ottobre 1588, II indiz.:

    I protectores fabricae comprano, dai mastri Paolo ed Ettore de Parma di Napoli, 4.000 pietre napoletane doppie, destinate alla fabbrica, da consegnare al molo piccolo di Napoli.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 13.10.1588, foll. 41r)

     

  14. Castri maris de Stabia, 22 febbraio 1591, IV indiz.:

    Nicola de Iecza e Simonello Dellicato promettono di consegnare ai protectores fabricae, nella marina del Quartuccio di Castellammare, 8.000 pietre doppie di Napoli, al prezzo di 7 ducati al migliaio. L’atto viene stipulato dal Rev. Domino Julio Coppola, vicario capitolare, e dai protectores fabricae.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 22.02.1591, foll. 197v-198r)

     

  15. Castri maris de Stabia, 24 febbraio 1591, IV indiz.:

    Convenzione tra l’onorabile Petrillo de Sollaczo di Castellammare e i protectores fabricae, per portare con la sua barca dal molo piccolo di Napoli alla marina della Fontana di Castellammare tutti i piperni, al prezzo di 20 carlini il centinaio "da mo et per tucto lo mese de jugno proximo venturo".

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 24.02.1591, foll. 201r et v.)

     

  16. Castri maris de Stabia, 29 marzo 1591, IV indiz.:

    Convenzione tra Carlo de Nola e i protectores fabricae, per condurre con i suoi buoi e carro tutti i piperni che troverà nella marina di Castellammare, provenienti da Napoli.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 29.03.1591, foll. 227r et v.)

     

  17. Castri maris de Stabia, 25 aprile 1591, IV indiz.:

    Appalto a favore di Ferrantello Mollo per portare 15.000 pietre doppie da "Mergaglina" [Mergellina] alla marina della Fontana di Castellammare "fore la porta allo rebellino [rivellino, torre]".

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 25.04.1591, foll. 273v-274v.)

     

  18. Castri maris de Stabia, 19 settembre 1591, V indiz.:

    Convenzione tra Petrillo de Sollaczo e i protectores fabricae, per portare con la sua barca dal molo piccolo di Napoli alla marina della Fontana di Castellammare, al prezzo di carlini 20 il centinaio.condurre con i suoi buoi e carro tutti i piperni che troverà nella marina di Castellammare, provenienti da Napoli.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 19.09.1591, foll. 9r et v.)

     

  19. Castri maris de Stabia, 04 maggio 1592, V indiz.:

    Convenzione tra Nicola Carrense e i protectores fabricae, per condurre con i suoi buoi e aiutanti tutti i piperni e le pietre dalla marina della Fontana alla fabbrica del nuovo Vescovato, al prezzo, per i piperni di carlini 9 al migliaio, per le pietre doppie lo stesso.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 04.05.1592, foll. 194r et v.)

     

  20. Castri maris de Stabia, 30 novembre 1597, XI indiz.:

    Il Capitolo cattedrale rinunzia al privilegio di essere esente dalla gabella di un tornese a rotolo di carne, a favore della fabbrica della Cattedrale.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 30.11.1597, foll. 96r et v.)

     

  21. Castri maris de Stabia, 13 luglio 1599, XII indiz.:
  22. Affitto ella gabella dalla gabella di un tornese a rotolo di carne, a Giovan Tommaso Longobardo e Pompeo Imparato di Castellammare, per ducati 570 all’anno per la fabbrica della Cattedrale.

    (A.S.N., idem, ibidem, atto del 13.07.1599, foll323v-325r.)

     

    [NOTE AL TESTO]

    1 Il propugnatore di questa tesi fu l'erudito notaio Vincenzo d'Ayello jr., seguìto, nel 1897, da Sarnelli V. M., Vita brevissima di S.Catello, Castellammare, pp. 61-68.

    2 La prima cattedrale pare fosse situata nel territorio, oggi, di Gragnano, attorno alla via Perillo. La seconda nei pressi del castello medievale; la terza al Quartuccio. La quarta, l'odierna, potrebbe essere la stessa che la terza, rifabbricata; poiché, al dire del Sarnelli, sotto l'attuale abside furono trovate molte « lapidi e figure di canonici morti precedentemente ». (op. cit., p. 68)

    3 Da altre notizie d'archivio risulta che la terza cattedrale era leggermente più in basso rispetto l'odierna.

    4 Usiamo il termine moderno per indicare l'Esecutivo.

    5 Si tratta di Giovanni Donadio, detto il Mormanno, poiché nativo della cittadina calabrese Mormanno, che operò in Napoli dal 1483 al 1526. Organaro e architetto, discepolo di Giuliano da Maiano, collaborò alla costruzione di Porta Capuana e della villa di Poggioreale. Molte sue opere oggi risultano distrutte, ad eccezione del palazzo di Capua poi Marigliano, in via S. Biagio de' librai e la Cappella di S.Maria della Stella alle Paparelle. Rotili M., L'arte del Cinquecento nel Regno di Napoli, ivi 1972, pp. 52-55. Per approfondimenti sul Mormando cfr. Capasso B., Appunti per la storia delle arti a Napoli, in « Archivio Storico per le province napoletane », VI (1880), pp. 531-542; Filangieri di Satriano G., Maestro Giovanni Mormando organista e architetto, in « ASPN », IX (1884), pp. 286-304; Idem, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, Napoli 1883-1891, III, pp. 176-197, V, pp. 169-172; Ceci G., Una famiglia di architetti napoletani del Rinascimento: i Mormando, in « Napoli Nobilissima », XI (1900), pp. 167-172, 182-185; Chierici G., L'architettura del Mormando, in « Napoli », LIX (1933), pp. 131 ss.; Pane R., L'Architettura del Rinascimento in Napoli, Napoli 1937, pp. 127-28.

    6 Fu anche deciso di finanziare l'opera con i proventi dell'ufficio della Mastrodattìa. D'Angelo G., Le delibere dell'Universitas di Castellammare di Stabia 1513-1550, ivi 1982, estr., pp. 58-59.

    7 Il vescovo stipulò anche il capitolato d'appalto, in data 13.2.1569 per not. Paolo Fedele, fol. 85-85. L'imprenditore dell'opera fu Giovan Pietro Serlitto (o Serbitto) di Nocera. ASN, sez. Giustizia, notai sec. XVI, ad nomen.

    8 Fece il solenne ingresso in diocesi, su di una mula bianca (secondo l'antica consuetudine) di proprietà del magnifico Cesare Coppola, l'8 luglio 1581. Archivio Storico della famiglia Coppola, presso di me.

    9 La vendette a Clemente Buonocore, per atto di not. Paolo Fedele, il 19.8.1584, fol. 262. ASN, ivi. Da tale atto si evince l'esistenza della terza cattedrale: "quandam Ecclesiam dirutam detta lo Vescovato vecchio", ed il luogo in cui era posta: "sitam et positam in eadem civitate et proprie ub dicitur lo vaglio iuxta castrum", cioè il vallo, la fortificazione accosta al Castello.

    10 "Deputati sopra la fabrica del nuovo Vescovado costruendo ed edificando". ASC, fondo museo, serie d'Ayello, vol. I, fol.160. I deputati furono: Giovanbattista Castaldo, Giovangeronimo de Masso, Giovangeronimo de Mayo, che affiancarono i deputati ecclesiastici, nominati dal vescovo, nelle persone del vicario generale Luca Longobardo, dell'arcidiacono Antonio Censone e del cantore Giulio Coppola, come tesoriere. Per tale costruzione fu chiesto l'assenso regio ed il breve apostolico di autorizzazione, regolarmente concessi. ASN, ivi, atto del 23.7.1587, foll. 290-93.

    11 Il rotolo, antica unità di peso napoletana, equivaleva a gm. 890, poco meno di 1 Kg. Quindi i cittadini avrebbero dovuto pagare un sovraprezzo di un tornese (moneta), circa 100 lire odierne, per ogni chilogrammo di carne insaccata acquistata. Il ricavato sarebbe stato investito nella frabica delo Piscopato. ASN, ivi, atto del 23.7.1587, foll. 290-93. Anche se tale gabella era detta "di un tornese a rotolo di carne salata", comprendeva anche altri tipi di prodotti. Si esigevano, infatti, 20 grana per un barile di tonno e sarde salate di Sicilia, 25 grana se erano sarde spagnole; per ogni maiale macellato in casa 4 carlini; un tornese a rotolo su la carne fresca importata e pesci salati et arraganati. L'importo di tale gabella era di circa 600 ducati l'anno. ASN, ibidem. Vedi anche Sarnelli V.M., op. cit., p. 69.

    12 Quest'architetto, insieme con C. Avellone, nel 1589 fu incaricato di accertare alcune frodi commesse nel costruire torri e castelli in Abruzzo. Cfr. Starace F., La linea delle torri marittime fra Terracina e Salerno in un antico disegno della Biblioteca Nazionale di Napoli, Napoli 1994, p. 20. Su l'opera di quest'architetto è in preparazione, da parte di chi scrive, un breve profilo.

    13 ASN, ivi, atto dell'11.11.1587, foll. 60-61.

    14 ASN, ivi, atto del 14.11.1587, foll. 65-67.

    15 "... boni et perfecti ... delli più forti e delli negri con le vene a traverso". ASN, ivi, atto dell'11.11.1587, foll. 60-61.

    16 ASN, ibidem. Auxilio Coragio in altri documenti è appellato col nome di Aurelio.

    17 ASN, ibidem.

    18 ASN, ivi, atto del 20.4.1587, foll. 204-5.

    19 E' interessante notare che nell'anno 1987, a distanza di quattro secoli, il 22 di novembre è capitato di domenica e questa coincidenza avrebbe potuto essere l'occasione per una serie di manifestazioni ad alto contenuto culturale; ma, purtroppo, tale data è passata inosservata -benché da me ripetutamente segnalata in vari articoli- anche, forse, per l'intenso momento di travaglio vissuto dal clero locale in seguito alla soppressione della Diocesi stabiese, attuata con decreto della Sacra Congregatio pro Episcopis del 30.9.1986, prot. n. 953/86.

    20 ASCatt., vol. 1 Baptizatorum, fol. 63. Tale notizia è riportata anche nel vol. 4 Mortuorum in tal modo: "A dì 22 novembre 1587 giorno di domenica. Il Illustrissimo e Reverendissimo/Signore D. Ludovico Maiorano Vescovo di Castell'à mare/di Stabia pose la prima pietra, quando si comingiò/la fabrica del Vescovato novo, e predicò prima". D'Angelo G., La Cattedrale ha quattro secoli 1587-1987, contenuto in La toponomastica cittadina nel quadro delle fonti storiche, estr. da «Cultura e Territorio», a. II/1985, pp. XIV-XXI.

    Alcune illustrazioni sono tratte da: Album Artistico Storico della Cattedrale di Castellammare di Stabia, Milano, anni '30, pubblicazione attribuita a mons. Francesco Di Capua.

     

    © Giuseppe D’Angelo 2008 – 2009

    Pubblicato in «Cultura & Società», a. II, 2008, pp. 27-40

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