UN PO' DI STORIA

Il tepore del clima, la purezza dell'aria, l'ubertosità dei campi, la molteplicità delle sorgenti, costituiscono da sempre l'ammaliante richiamo di Castellammare di Stabia.

Tali fattori, qui amalgamati in modo mirabile, esercitarono sin dalla preistoria la forza calamitante di queste terre che furono abitate sin da allora.

Greci, etruschi, sanniti, romani, edificarono qui le loro dimore, come testimoniano i numerosi scavi archeologici ed il Museo Stabiano.

L'antica Stabia prese parte alla guerra sociale contro Roma e, subìta la distruzione totale ad opera delle legioni di Lucio Silla il 30 aprile dell'89 a.C., divenne apprezzato centro residenziale dei "potentiores" romani.

Il golfo di Castellammare

Affresco dalla Villa d'Arianna

Part. di affresco
dalla Villa di Arianna

La collina di Varano si arricchì di splendide ville imperiali accessibili sia da terra che dal mare.

Qui abitò Marco Mario, amico di Cicerone, che al mattino, sdraiato sul suo triclinio, ammirava stupefatto il magnifico golfo stabiano.

Qui trovò la morte Plinio il Vecchio, accorso per salvare l'amico Pomponiano, durante la violenta eruzione vesuviana del 79 d.C., che distrusse la città insieme con Pompei, Ercolano ed Oplonti.

Un antico castello, edificato forse nel IX secolo, le diede il nome: Castrum ad mare, castello presso il mare.

Il Castello Medioevale

Il "Castello Medioevale" in una incisione di Achille Gigante da:
F. Alvino, Viaggio da Napoli a Castellammare, Napoli 1845

Fu fortificata da Svevi ed Angioini, e prediletta da questa dinastia che edificò la propria dimora estiva nella splendida quiete di Quisisana, così come autorevolmente testimonia Giovanni Boccaccio nella 96a novella del Decamerone.

Il Palazzo Reale di Quisisana

"Il Palazzo Reale di Quisisana"
in un dipinto del sec. XVIII

Visse un'intensa vita comunale, non priva di amare vicissitudini che la videro saccheggiata dal duca di Guisa (1528) prima e preda dei pirati barbareschi (1548) poi.

Infeudata alla famiglia Farnese (1541) per circa due secoli, nel 1731 fu ereditata da Carlo III di Borbone che le restituì dignità di dimora estiva della casa reale (Real Sito).

Fu ampliata la Reggia di Quisisana, fu costruito il teatro "Francesco I", fu favorito lo sviluppo urbano oltre la vecchia cinta muraria cinquecentesca.

La città nel 1703

La Città nel 1703
da: G.B. Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva

Nel 1783 fu edificato da Ferdinando IV il Cantiere Navale, vero gioiello di tecnologia industriale dell'epoca.

Il Cantiere Navale

Il Cantiere Navale nel sec. XVIII

E proprio la presenza del Real Cantiere e di un ampio e capace porto, con tutto il relativo indotto, incoraggiarono le più disparate iniziative private di imprenditori italiani e stranieri. Sorsero industrie siderurgiche, concerie, tintorie celebri in tutta Europa. Le fabbriche del tedesco Corrado Haller per tessitura e tintoria, dei francesi Theisseire, Jammy, Lemaire e Bonnet famosi per la tintura della seta celeste, turchina e bianca "all'uso di francia", tipo di lavorazione all'epoca unica in Italia, con brevetto internazionale e per la fabbricazione dei castori ad uso di Louviex. Anche gli stabiesi si fecero onore con le industrie manifatturiere di Giuseppe e Costantino de Rosa e con l'industria siderurgica AVIS di Catello Coppola.

Per tal motivo giunsero in città numerosi consolati esteri: l'Austria Ungheria in via Benedetto Brin n. 15, di Francia e di Gran Bretagna al Corso Vittorio Emanuele, della Grecia in via Mazzini n. 3, di Spagna alla via I marchese de Turris, di Olanda alla salita Santa Croce, del Paraguay in via San Matteo, di Turchia in via Alvino n. 8, e ancora il consolato di Baviera, di Danimarca, di Norvegia, dei Paesi Bassi, del Portogallo, di Russia prima alla strada Coppola e poi alla via Sanità, di Sardegna, Svezia e Stati Uniti d'America al Corso Vittorio Emanuele. Come città internazionale, con la presenza di ben 17 consolati, direi che non è poco.

Consolato degli Stati Uniti d'America

Carta intestata del
Consolato degli Stati Uniti d'America
a Castellammare nel 1894

La presenza della famiglia reale nei mesi estivi favorì l'affluenza della migliore nobiltà napoletana, che innalzò le proprie sontuose ville lungo la collina della Sanità.

I primi scavi archeologici (1749) e le prime analisi scientifiche sulle acque minerali attirarono l'attenzione dei maggiori intellettuali dell'epoca e degli Istituti scientifici europei, quali l'Accademia delle Arti di Pietroburgo, l'ècole des Beaux-Arts, il Gran Prix de Roma, il Ramo Economico della Società Olandese di Scienze di Haarlem e l'Accademia Reale di Amsterdam.

Cominciò così un vero e proprio pellegrinaggio culturale evidenziato dalle presenze del principe Christian Frèderic di Danimarca, lord Blessington, il conte Alfred d'Orsay, Crawford Tait Ramage, Walter Scott, Charles MacFarlane, Charles Dickens, Alfonso de Lamartine, Gustave Flaubert, Alexandre Dumas, Xavier de Maistre, Herman Melville, Turpin de Crissè, John Fenimore Cooper solo per citare i maggiori.

La città di Castellammare così è ricordata da Gustave Flaubert nel suo Madame Bovary:

"..a pochi passi da Emma (Bovary), un gentiluomo in abito blu parlava dell'Italia con una giovane fanciulla pallida ingioiellata di perle. Magnificavano l'imponenza del colonnato di San Pietro, Tivoli, il Vesuvio, Castellammare e le casine, le rose di Genova e il Colosseo al chiaro di luna".

Al suo incantevole paesaggio si ispirarono i pittori di tutte le epoche, Ducros, Dahl, Turpin de Crisse, Michallon, De Mercey, Coignet, Scedrin, Ivanof, Solizev, Duclere, Pitloo, Giacinto Gigante.

Nell'Ottocento la città consolida la sua tradizione di località turistica à la page.

Nel parco delle antiche terme si esibisce un concertino di dame viennesi diretto dalla pianista francese Malvine Caneo. Si conduce vita mondana nello Stabia Hall, un caffè chantant sul mare ove Luigi Denza compose Funiculì Funiculà. Si viene da ogni parte d'Italia per passeggiare di sera sul bel lungomare o tra i platani dei Giardini Pubblici, allietati dalle note della Serenata di Schubert, dell'Otello di Verdi, del Mefistofile di Boito che l'orchestra diretta dal maestro Bozzelli esegue dalla pedana della splendida Cassarmonica.

Continua anche oggi la tradizione di affermato centro turistico e termale, con un bacino ricco di ben 28 sorgenti (Terme Stabiane) di acque minerali.
Eccole:

INTERNO STABILIMENTO ANTICHE TERME
1-Pozzillo 2-Ferrata 3-Media I 4-Media II 5-S.Vincenzo 6-Magnesiaca 7-Solfurea 8-Solfureo-Ferrata 9-Stabia

GRUPPO VANACORE
1- Ferrata 2- Media 3- S. Vincenzo 4- Magnesiaca 5- Acidula 6- Solfureo-Carbonica 7- Muraglione 8- Solfurea 9- Solfureo-Ferrata

ACQUE ESTERNE
1- Muraglione destro 2- Muraglione sinistro 3- Rossa 4- Acetosella 5- Acidula 6- Ferrata del mulino 7- Madonna comunale (A) 8- Madonna terme (B) 9- Fontana Grande 10- S. Giacomo




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