Chiesa di Sant'Eustachio
a Privati



La pieve si erge nel luogo dove un tempo era un tempietto pagano e poi un insediamento benedettino detto di “Santo Stasio”. Di tale tempio e dell’insediamento sono testimonianza alcune vestigia: capitelli dell’ordine dorico, ionico e corinzio, resti di colonne mutili, stipiti di schienali e formelle di marmo, tra cui una del VII-VIII secolo raffigurante la martire Santa Caterina. Questa interessante “collezione”, oggi notevolmente impoverita per opera di mani sacrileghe, fu visionata dall’archeologo Teodoro Mommsen (premio Nobel 1902).

La chiesa attuale, fondata nel 1308 dalle famiglie Verdoliva e Firpo, viene consacrata dal Vescovo Antonio Arcamone tra il 1393 e il 1399. La struttura, più volte modificata, distrutta da un terremoto nel 1638, fu riedificata nel 1642. La chiesa è oggi di tre navate con cupola sulla principale; si fregia di tre altari e di un prezioso organo settecentesco sistemato sulla piccola cantoria. L’attuale aspetto è riconducibile, in gran parte, ai lavori fatti eseguire dal parroco Agostino Piscitelli, inaugurati il 24 ottobre 1864 da mons. Giovanni Giuseppe Longobardi. Nel 1933, la chiesa è stata arricchita di rivestimenti marmorei. Il tempio, presenta diverse opere d’interesse storico - artistico. L’ottocentesco altare maggiore, cintato da balaustra, è troneggiato dal trittico dedicato alla “Madonna delle Grazie”, attribuito alla cerchia di Andrea Sabatino da Salerno (1485-1530). Sull’altare, anche due artistici angeli lignei e una statua del “Cristo morto” all’interno della mensa. Diverse statue, di bottega napoletana, adornano la chiesa. Tra queste, la bella icona di Sant’Eustachio martire, donata alla parrocchia da Re Ferdinando IV di Borbone. La statua, del primo ottocento, raffigura un uomo del posto nelle vesti del glorioso generale romano. L’ignoto autore allestì la scultura in loco, usando il legno di un tiglio prelevato dalla proprietà della famiglia Giordano. I due angeli, ai piedi del santo, furono aggiunti agli inizi del secolo scorso. Di notevole interesse anche un Crocefisso ligneo del XVIII secolo. Sull’ingresso della chiesa, a destra, il Battesimale marmoreo, del 1582, su cui é impresso l’antico stemma di Stabia. Alla sinistra, un settecentesco Ciborio marmoreo che funge da reliquario; ai lati sono murate due lastre di fattura medioevale con belle figure a rilievo. L’esterno del tempio, appare elegante e ben armonizzato con la struttura dell’orologio comunale e il campanile con tre campane; la più antica, risale al 1509.

Scheda a cura di Egidio Valcaccia